Negli
ultimi giorni Torino è stata vittima di una pioggia che sembrava non finire
più. Ai Murazzi la soglia di pericolo del fiume Po è stata superata di 5,5
metri e nel comune di Moncalieri di 7,5 metri. Non solo i danni e le complicazioni
sono stati ingenti e il numero di persone sfollate ha creato grandi
preoccupazioni ma l’allerta meteo ha determinato anche la chiusura di alcune scuole
della provincia. In città le società remiere lungo il Po hanno dovuto
affrontare difficoltà non indifferenti.
“Non
me l’aspettavo dato i pochi giorni di pioggia, non è mai successo che il fiume
crescesse così tanto in così poco tempo. Solo quando abbiamo dovuto iniziato a
spostare le barche e sgomberare le zone più vicine al fiume , ho capito quanto
sarebbe stata grave la situazione. Ci siamo dati tutti da fare per limitare i
danni e per fortuna non è successo nulla di grave, è stata una fortuna poterlo
almeno in parte prevedere.” Racconta Eugenia Sertorio, atleta presso la reale
società Canottieri Cerea.
Per voi atleti un fatto del
genere quanto influisce sugli allenamenti?
“Non
eccessivamente nonostante non siamo potuti uscire in barca per una settimana, è
un po’ più pesante, potendo lavorare solamente in palestra.”
Rispetto ai precedenti casi
il danno alla società è stato maggiore?
“Sulla terrazza ci sono due
targhe che segnano il livello raggiunto dal fiume nel 1946 e nel 2000 che è
stato superato.”
Avete dovuto chiedere anche
aiuti dall’esterno?
“Non è stato necessario data
la disponibilità di alcuni soci, noi atleti ci siamo resi disponibili il
venerdì pomeriggio mentre il fiume stava ancora crescendo e abbiamo aiutato a
bloccare le porte per evitare che
l’acqua entrasse ulteriormente, essendo gia stati allagati la segreteria e lo
spogliatoio femminile.”
Ci sono stati momenti di
paura?
“non c’è stata tanto la paura di essere in pericolo quanto per i danni che avrebbero potuto essere causati.”
“non c’è stata tanto la paura di essere in pericolo quanto per i danni che avrebbero potuto essere causati.”
Benedetta Sertorio
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